CAPITOLO 1

 

La nuova maglietta

 

Rudy era al settimo cielo, aveva finalmente avuto la sua nuova maglietta.

«La mia nuova maglia!» Corse a perdifiato verso il lago a torso nudo, teneva la maglietta in alto come una bandiera e la faceva ruotare a mo’ di lazo.

Eccola!

La vide. Stava suonando per Persi ed era più bella che mai. Ogni volta che entrava in sintonia con il serpesce assumeva un’espressione serena, ma trasudava potere e forza, come una dea guerriera. Quando lo sentì urlare si voltò e lo guardò divertita con un pizzico di esasperazione.

Si fermò davanti a lei, che era ancora accucciata accanto a Persi. Aveva già infilato la testa nella maglietta. «Allora?» disse la sua voce soffocata.

Sbucò dalla scollatura e aprì gli occhi.

Lei ricambiò lo sguardo con i suoi, sempre accesi e penetranti.

«Allora, come mi sta, mamma?»

Lei si alzò e sbatté le palpebre, Rudy notò immediatamente che un’ombra di turbamento stava attraversando il suo sguardo.

«Che succede, mamma?» Sembrò barcollare, poi gli occhi le si riempirono di lacrime.

Rudy le afferrò le mani e l’attirò a sé, per timore che potesse cadere.

Inaspettatamente lei gli sorrise tra le lacrime e gli lanciò le braccia al collo.

Rudy l’accolse piuttosto frastornato. Sua madre era molto dolce e sensibile, ma non era appiccicosa come tante altre.

La strinse forte, era più alto di lei ormai, anche se di poco. Sospirò e assaporò il suo odore. Si sentiva grande, ma abbracciarla gli procurava sempre una dolce sensazione: di essere a casa e al sicuro.

Lei lo avvolse con tutta l’intensità del suo amore, ma durò solo un attimo, poi scivolò via, come le sue braccia e arretrò impercettibilmente. Lo guardò dritto negli occhi e gli sorrise, non era in imbarazzo, ma rise di se stessa.

«Non è nulla.» La sua voce era bassa e carica di tenerezza. «Ho solo rivissuto un ricordo molto intenso di tanti anni fa.»

Rudy inclinò la testa e tentò d’indovinare. «Ripensavi al vostro primo giorno di scuola?»

Lei sorrise. «Non esattamente.» Si abbassò e riprese a suonare.

Rudy aveva capito che non avrebbe detto altro; sua madre era così, non parlava molto, soprattutto di se stessa. Era riservata e modesta. Mentre in realtà ci sarebbe stato tanto da raccontare.

Nel mondo della Musicomagia era praticamente un’eroina, una grande personalità, aveva compiuto imprese mitiche, ma Rudy non le aveva certo conosciute da lei.

Per lui era solo sua madre, la sua meravigliosa e dolcissima mamma.

Giulia Accordi, la professoressa della scuola di Armonia, nonché ambasciatrice presso il pianeta Alfa Uno e vice preside della scuola Les Musiciens... e un sacco di altri titoli. Quel personaggio rimaneva relegato fuori dalla loro vita familiare.

Rudy sentì dei passi concitati alle sue spalle, ma non fece in tempo a voltarsi che ricevette un assalto in piena regola.

«E bravo il mio ragazzo!» Pietro, suo padre. Lui non era riservato, per niente.

Lo afferrò da dietro e cominciò a sfregargli la testa, poi fu attaccato ai lati.

«La maglietta bianca! La maglietta bianca!» Rosa, la sua sorellina di sette anni, gli si era attaccata alla gamba.

«Dai Richi, aiutami a buttarlo in acqua!» Ed ecco suo fratello Riccardo che di slancio completò l’operazione di assalto.

Finirono tutti in acqua, tra urla e risate, intanto erano arrivati anche gli altri serpesci: Drago e Piccolo, anzi Snake. Ultimamente gli aveva cambiato nome. Piccolo era nato qualche giorno dopo di lui e sua mamma non aveva voluto deciderne il nome, voleva che lo facesse lui. Gli anni erano passati ed era rimasto “Piccolo”. Finché, nell’estate appena trascorsa, Rudy aveva pensato che i suoi futuri compagni avrebbero riso di fronte a un nome simile, anche perché “piccolo” non lo era per niente. Aveva raggiunto da tempo le dimensioni di Drago.

Rudy cominciò a spruzzare i suoi fratelli, con la coda dell’occhio vide che suo padre si defilava.

S’inginocchiò accanto a sua madre guardandola adorante. Lei non parlava, stava contemplando appagata la loro famiglia. Lui le prese la mano e accarezzò il tatuaggio che aveva sul polso, il simbolo della loro unione. Un bocciolo di rosa. Con quel gesto richiamò l’attenzione di lei che si sciolse in un dolce sorriso. Sua madre era sempre molto seria, a volte imbronciata, ed era incredibile come cambiasse espressione quando sorrideva a suo padre.

Lui si avvicinò al suo viso.

Oh no, adesso la bacia!

Rudy si voltò disgustato e continuò la battaglia di schizzi. I suoi genitori erano innamorati in un modo... quasi rivoltante. Soprattutto suo padre. Trattava “la sua Giulia” come fosse una dea. Quando Rudy era piccolo gli piaceva l’idea che fossero così uniti e aveva sempre cercato di far parte di quella sfera d’amore, ma crescendo aveva cominciato a esserne infastidito, tutti quei baci, quelle carezze, quegli sguardi... Forse era un po’ geloso. Non di sua madre, ma di quello che c’era tra loro due. Non l’avrebbe mai ammesso con nessuno, ma avrebbe tanto voluto anche lui trovare qualcuno che gli facesse provare quelle emozioni.

«Servono rinforzi?» Con un tuffo a bomba, era arrivato anche Jiul, amico di sempre. Il ragazzo aveva la pelle scura come la madre, originaria della scuola africana, ma aveva ereditato gli splendidi occhi azzurri di suo padre, Bryan, grande amico dei suoi genitori, nonché fratello di Lili.

«Non è ancora arrivata?» sussurrò Jiul al suo orecchio.

Rudy scosse la testa.

Lili...

Erano cresciuti insieme: lei, Jiul e Rudy. I loro genitori lavoravano ad Armonia e a Les Musiciens. Quindi erano vissuti accanto alle scuole, avevano imparato a leggere e scrivere prendendo lezioni dagli adulti che vivevano con loro.

Lili, però, tornava spesso sulla Terra, dai parenti di sua madre, Diana. Lei aveva voluto che frequentasse lì la scuola media, quindi in quegli ultimi tre anni si erano un po’ persi di vista. In realtà aveva passato buona parte dell’estate lì con loro, ma l’ultimo mese era stata a casa dei nonni sulla Terra e adesso stava per tornare. Anche lei era iscritta al primo anno di Armonia.

Si volevano molto bene e c’era una grande confidenza tra loro, ma stavano crescendo e Lili era diventata più riservata. A volte se ne stava per conto suo oppure li rimproverava perché si comportavano come bambini piccoli.

Rudy faceva finta di niente, rideva con Jiul, ma in fondo in fondo gli dispiaceva.

Strisciò via dall’acqua fingendosi sconfitto, mentre Riccardo e Rosa gli erano saliti a cavalcioni sulla schiena ed esultavano per la vittoria.

«Togliti quella maglia.» Lo rimproverò bonariamente suo padre. «Stendila un po’ al sole, altrimenti quando arriveranno i tuoi compagni sarai ancora tutto bagnato.» Alzò gli occhi al cielo. «Sei tale e quale a tua madre» aggiunse, guadagnandosi un’occhiataccia da lei.

Rudy si liberò dei fratelli assalitori, dando loro qualche pacca amorevole. Erano due pesti, ma sotto sotto li adorava, soprattutto Rosa, che essendo la più piccola, anche se solo di un anno, andava a cercare spesso rifugio tra le sue braccia.

Si tolse la maglia e l’appese a un ramo. Sua madre si era alzata, si fermò davanti a lui e gli fece una carezza.

Prima di proseguire, lo sguardo di lei indugiò sul suo addome.

«Ci vediamo dopo, vado su Alfa Uno a prendere i pivelli del primo anno.» Gli fece l’occhiolino e si allontanò.

Rudy si passò una mano sulla pancia a disagio. Il suo ventre era piatto, liscio e... non aveva l’ombelico. Non sapeva perché, sua madre gli aveva detto che dopo la nascita si era perfettamente cicatrizzato ed era sparito.

A Rudy era sempre sembrato strano, ma lo aveva accettato, anche perché, quando qualche volta cercava di saperne di più sulla sua nascita, sua madre si agitava e sentiva chiaramente la sua sofferenza. Quando lui era nato, lei aveva solo sedici anni. Quindi immaginava dovesse essere stato un periodo particolarmente difficile per lei. Appena provava ad affrontare il discorso, arrivava suo padre e lo allontanava “non tormentare la mamma”.

Tutto ciò lo turbava.

Significa che la mia nascita è stata un tormento?

Lei gli faceva percepire sempre il suo grande amore, ma Rudy era sicuro che ci fosse qualcosa che i suoi genitori gli nascondevano.

La sua piccola diversità era stata occultata con un tatuaggio, un piccolo serpente arrotolato, l’occhio era disegnato proprio al posto dell’ombelico mancante. Per tutti loro ormai era una cosa normale, certo lo sarebbe stata molto meno per i suoi nuovi compagni, infatti Rudy era ben deciso a tenerlo nascosto.

«Anche io devo andare a dare una mano a Filippo con le uova.» Pietro si alzò e si rivolse a Rosa e Riccardo. «Voi due, filate a casa, più tardi vengo a prendervi e vi porto da Bryan e da Musai.»

I due bambini s’illuminarono, adoravano Musai, l’aquileone. Corsero via entusiasti. «Sì, papà!»

Pietro sorrise divertito, si avvicinò a Rudy e scompigliò ancora una volta i capelli neri ispidi di suo figlio. «Stai tranquillo, ragazzo mio, andrà tutto bene, tu possiedi il fascino dei Leoni, farai strage di cuori...» Gli si avvicinò per dargli un bacio.

Suo padre era molto affettuoso, in modo decisamente imbarazzante. Rudy si fece indietro e lo guardò male. «Niente baci! Abbiamo fatto un patto!»

Pietro lo guardò stupito con aria innocente, falsamente innocente. «Ma la scuola non è ancora iniziata» si giustificò e mettendogli una mano dietro al collo, lo attirò a sé e gli stampò un bacio con lo schiocco.

«Papà!» Rudy sospirò esasperato.

Mi farà fare di sicuro qualche figuraccia terribile!

 

Poco più tardi Rudy e Jiul stavano attraversando di corsa il prato grande. Mancava poco all’arrivo degli altri studenti del primo anno... e anche di Lili.

Rudy si guardò attorno intravide Pietro alle stalle, assieme a Filippo, il papà di Lili, e li salutò con la mano. Il prato era la zona centrale della scuola, da un lato c’erano gli orti e le serre e di fronte il boschetto. Da bambino gli pareva immenso, ma in quel momento si rese conto che per attraversarlo non ci volevano poi molte falcate.

Ormai sono cresciuto.

Era felice di cominciare la scuola di Musicomagia, conoscere nuovi compagni, compagne... Con Jiul scherzavano spesso, scommettendo su chi per primo si sarebbe fatto la ragazza. E aveva voglia di rivedere Lili. Ma loro erano solo amici, molto amici. E basta.

Già l’anno precedente, Lili gli aveva confidato che si era innamorata, le piaceva un ragazzo di nome Paolo. Era più grande di loro di un anno.

Rudy non ne era stato contento, per niente. Non sapeva perché. Aveva cercato invano di convincerla che erano troppo piccoli per innamorarsi. Proprio in quell’occasione Lili gli aveva detto che era solo un bambino e se non si decideva a crescere, non avrebbero potuto più essere amici. Dopo quell’episodio, Rudy aveva rimuginato parecchio e aveva capito che, piuttosto che perderla, avrebbe accettato qualsiasi cosa, anche che lei fosse innamorata.

Intanto a me non importa, mica voglio essere il suo ragazzo!

Poi quel Paolo era venuto a scuola ad Armonia. E non gli era piaciuto per niente. Lo aveva già visto in una foto che gli aveva mostrato Lili. Era alto, atletico, con occhi e capelli neri, “un sorriso da rubacuori”, aveva detto Lili. Rudy lo aveva spiato di nascosto per lei, così quando si scrivevano con la posta incantata poteva rispondere a tutte le sue curiosità.

Durante l’estate lei non aveva fatto altro che parlare di lui e Rudy aveva cercato di nascondere in profondità l’antipatia irrazionale che provava per quel Paolo. L’aveva ascoltata e consigliata. Così si era guadagnato la sua totale fiducia e riconoscenza, Lili gli aveva detto che era diventato in assoluto il suo migliore amico.

 

Jiul gli diede una gomitata per richiamare la sua attenzione. I primi ragazzi cominciavano a uscire dall’edificio della biblioteca.

Eccola!

Lili, capelli rossi legati in una coda di cavallo e fisico minuto. Ma forse era cresciuta un po’. Stava chiacchierando con una ragazza alta e bionda accanto a lei. Appena mise un piede fuori dalla porta si fermò. Chiuse i suoi occhi azzurri e fece un respiro profondo. Poi si guardò attorno e lo vide.

«Rudy! Jiul!» Alzò un braccio per farsi notare, ma non ce n’era bisogno, i due ragazzi stavano guardando dritto verso di lei. Rudy non poté fare a meno di andarle incontro e Lili cominciò a correre.

Non si fermò di fronte a lui, ma gli si gettò tra le braccia stringendolo forte.

Rudy la avvolse, piacevolmente sorpreso. Sentiva il suo corpo minuto contro il suo, era morbida e profumata.

Sì, è cresciuta un po’, soprattutto in certe parti del corpo.

Si sentiva tutto scombussolato e avrebbe proprio voluto non mollarla più.

Solo amici, si ripeté.

«Sono così felice di vedervi.»

La sua voce soffocata lo indusse ad allentare la presa per permetterle di sciogliere il suo abbraccio.

«Mi siete mancati da morire.» Ma Lili non lo mollava.

Jiul ridacchiò. «Anche io?»

Lili si staccò e lo guardò sorpresa, ma anche indispettita, poi abbracciò anche lui.

«Anche tu ci sei mancata... Zietta...» Jiul fece appena a tempo a darle due leggere pacche sulle spalle che Lili già si ritraeva e lo guardava malissimo.

«Non chiamarmi così!» sibilò.

In realtà Lili era davvero la zia di Jiul, perché Bryan era suo fratello, solo che aveva circa vent’anni in più di lei. Sentirsi chiamare Zietta da qualcuno della sua età non le piaceva per niente, si sentiva una “vecchia zitella”, aveva detto.

Jiul rise impertinente.

«Promettimelo» insistette Lili.

Jiul sembrava intenzionato a tirarla per le lunghe, mentre Lili aveva quasi le lacrime agli occhi.

Rudy la capiva; stavano per conoscere i loro nuovi compagni, iniziare una nuova parte della loro vita. Sicuramente voleva fare una bella impressione. E non essere presa in giro davanti a tutti.

Diede una gomitata all’amico come per invitarlo a promettere.

«Va bene, te lo prometto...» brontolò, poi si girò verso Rudy e gli fece una smorfia accusandolo di essere un guastafeste.

Lili sorrise a Rudy e si ricompose. «Ragazzi, lei è Elisa.»

La ragazza con cui stava parlando prima si avvicinò sorridente. Era davvero carina. Più alta di Lili almeno di tutta la testa, occhi azzurri molto chiari e capelli biondi.

«Benvenuta ad Armonia, Chérie.» Jiul si sentì in dovere di fare gli onori di casa e quando lei gli porse la mano, invece di stringerla, se la portò alle labbra con un inchino. «Enchanté.» Sfoderò la sua lingua d’origine.

Rudy cercò di rimanere serio, mentre Lili alzava gli occhi al cielo. «Loro sono Jiul e Rudy.»

«Piacere.» Rudy allungò la mano; Elisa era imbarazzata dalla galanteria di Jiul, ma sorrise a Rudy.

Inaspettatamente, Lili intercettò la sua mano e lo trascinò via. «Mi accompagni a salutare papà?»

Rudy si scusò con Elisa con un cenno e seguì Lili, la mano delicata di lei nella sua gli dava una sensazione piacevole.

Solo amici, si ripeté.

Accarezzò distrattamente il dorso della sua mano fino a trovare la sua strana cicatrice. Lili l’aveva da sempre, era una striscia scura, all’altezza del polso. Anche l’episodio in cui si era ferita era rimasto per tutti un mistero, nessuno dei loro genitori sembrava volerne parlare.

«Devo raccontarti un sacco di cose.» Lili adesso gli aveva afferrato tutto il braccio e saltellava al suo fianco facendolo sorridere.

E poi sono io il bambino.

La sua coda di cavallo balzava su e giù assieme a lei.

«Domani arriva Paolo, gli ho scritto un messaggio e lui mi ha risposto!»

Ed ecco il suo buonumore che andava già a rovinarsi.

«Lili!» La voce di Filippo li interruppe e la dolce Lili volò tra le braccia di suo papà.

Rudy la seguì. Fece un respiro profondo, non sarebbe stato facile sopportare i suoi discorsi su quel Paolo, ma lei insisteva che era meraviglioso. “Chissà, magari lo conoscerai e diventerete amici.”

Ne dubitava fortemente. Sarà un anno terribile.

Mentre se ne stava lì a fissare per terra immusonito, Lili tornò da lui e gli prese di nuovo la mano. «Andiamo a conoscere gli altri nostri compagni.» Poi lo guardò, inclinando la testa. «Sei proprio bello con la nuova maglietta.»

Rudy smise di respirare e non poté reprimere un sorriso, un grande sorriso.

Forse non sarà un anno poi così terribile.  

 

Dovete sapere che questo primo capitolo l’ho scritto di getto appena terminata “La Melodia Creatrice”. Avevo le lacrime agli occhi e non potevo sopportare l’idea di non rivedere più Giulia e Pietro, così ho immaginato la scena che Giulia aveva appena visto, quasi tre anni fa! E mi sembra giusto che anche voi possiate leggerla in anteprima.

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