L'intervista degli amici...

Di cosa parla il libro?

Il libro è un romanzo dove la musica regna sovrana. È la storia di Giulia, una ragazza di quattordici anni che comincia una nuova scuola. È curiosa, indipendente e un po' testona, non si arrende mai ed è molto coraggiosa. Come in ogni storia di adolescenti, c'è amicizia, amore, sport, antagonismo e anche un pizzico di mistero...

La grande innovazione è la Musicomagia. Di cosa si tratta? Sono canti magici che al suono del flauto producono l'effetto di incantesimi veri e propri. Quindi c'è un canto per far crescere una margherita, uno per accendere il fuoco e un altro ancora per curare una ferita.

Nella prima parte della storia la protagonista ci conduce alla scoperta di questo mondo fantastico assieme a lei, mentre instaura rapporti e legami con gli altri personaggi.

Dopo esserci ambientati veniamo a conoscenza dei misteri che si nascondono dietro il mondo da favola... Una creatura misteriosa e pericolosa abita nel lago accanto alla scuola e per domarla sarà necessaria la melodia sibilante... 

In questa realtà alternativa, la musica può fare ogni cosa. Questo è il fondamentale messaggio della storia. Infatti è qualcosa in cui credo fermamente e vorrei che i lettori, sia ragazzi che adulti recepissero l'importanza, anzi la necessità che la musica faccia parte della vita di ciascuno di noi.

L'aspetto che amo di più del libro è la sua ambientazione: La scuola di Armonia. Già il nome è una promessa, sì, perché in questo luogo magico tutto è in perfetto equilibrio con la natura e gli allievi imparano, oltre alle strane materie inerenti alla Musicomagia, a prendersi cura di loro stessi e a procurarsi tutto ciò che serve per il loro sostentamento. È un piccolo ecosistema perfetto.

Poi ci sono gli animusi. Questa è un'altra chicca. Sono creature magiche che si nutrono solo di musica di diversa tonalità a seconda del tipo e sono l'unione di due animali. Ad ogni studente, nel suo primo giorno di scuola, viene affidato un uovo. Dovrà prendersene cura affinché si schiuda e crescere il piccolo animusi da compagnia che ne uscirà.

A qualcuno, leggendo il libro, è venuto in mente Harry Potter...

Questo è un gran complimento e non posso che augurarmi che la mia storia abbia, anche solo una minima parte del successo di Harry Potter...

Comunque l'idea della scuola magica, forse può ricordarlo, ma l'ambientazione è molto diversa. Ad Armonia non c'è nessun castello misterioso, niente fantasmi, pozioni dagli ingredienti un po' terrificanti, nessuna stregoneria...

Armonia è più simile ad un College con grandi spazi verdi, le stalle, gli orti, il lago, la serra delle rose...

Forse ricorda un po' il paese delle meraviglie, ma molto più ordinato...

Quali sono i messaggi che vuole trasmettere la storia?

Equilibrio con la natura: È importante che i ragazzi tornino ad apprezzare la ricchezza della vita contadina a contatto con la terra...

La musica ci fa vivere meglio: la musica fa parte di noi, fin dall'antichità, ma i bambini di oggi non cantano quasi mai e questo è molto triste. Cantare, oltre a sviluppare nel nostro cervello tutta una serie di abilità cognitive legate al ritmo all'ascolto e l'intonazione, ci permette di tirare fuori le emozioni con la nostra voce e ci rende allegri!

L'uso sconsiderato della tecnologia è negativo: E su questo apro una parentesi. Sia chiaro che io apprezzo la tecnologia moderna e ne faccio uso regolarmente, so quanto sia importante ed effettivamente ha annullato le distanze tra le persone lontane. Ci permette di condividere le emozioni con i nostri amici.E ci permette anche di scrivere un libro e di pubblicarlo...  Come in ogni cosa ci vuole però un equilibrio ed è estremamente importante che la tecnologia sia uno strumento per aiutarci ad amplificare le nostre potenzialità, non un sostituto del nostro cervello e della nostra fantasia...

La scelta dei nomi:

I nomi li ho scelti con molta attenzione, nomi e cognomi, sono tutti evocativi ed hanno un significato.

Armonia - equilibrio positivo di interazione e insieme di note facenti parte di un accordo.

Giulia - discendente da Giove (qua devo dire che il nome Giulia è il nome che avevamo scelto io e mio marito nel caso avessimo avuto una bambina... Tra l'altro, durante la mia prima gravidanza, il medico aveva preso un abbaglio, per un mese abbiamo creduto sarebbe arrivata una bimba... Quindi a casa conservo ancora un bavarino con su ricamato il nome "Giulia"...)

Pietro - ovviamente pietra roccia; Camilla - ambasciatrice; Arci - Super; Giorgio - che lavora la terra; Filippo - che ama i cavalli; Diana - la dea della guerra.

Poi ci sono i nomi composti come Musico-magia, Musi-maghi, ani-musi, topo-gallo ecc...

Hai preso ispirazione da qualche autore?

Io leggo molto, da molti anni, principalmente genere fantasy. Ho degli autori preferiti, ma ultimamente sto spaziando parecchio e provo anche autori nuovi... Infondo è giusto dare un'opportunità ai nuovi autori, no?

Ovviamente ogni cosa che leggi rimane dentro di te, così come ogni cosa che vivi e ogni persona che incontri.
Quando scrivi tutto viene rielaborato ed è inevitabile che qualcosa sia passato da qualche altro autore.

Comunque non mi sono ispirata a nessun autore in particolare, ma ricordo la sensazione che provavo leggendo una serie fantasy della Zimmer Bradley (conosciuta per "Le nebbie di Avalon"). I suoi romanzi erano ambientati sul pianeta Darkover, un pianeta freddo con il sole rosso, un paesaggio spoglio tipo Hightlands... Mi piaceva molto "ritornare sul pianeta" ad ogni nuova storia e ho voluto dare ad Armonia caratteristiche ben precise, proprio per ricreare questa bella emozione... Profumo di rose, l'erba di un verde acceso, l'accecante sole azzurrino, le due lune, le colline boscose... In modo che i lettori provino la sensazione di "andare" ad Armonia.

Perché un fantasy, pensi che scriverai mai qualcosa di diverso da questo genere?

Il genere fantasy è modo di interpretare la realtà tipico dell'infanzia, le favole infatti sono sempre state usate come insegnamenti, per questo a volte viene un po' "sottovalutato", cioè ritenuto un settore per ragazzi o per adulti un po' "strani"...

Se riflettiamo bene, però, il fantasy è stato il primo modo di narrare utilizzato dall'uomo, pensiamo ai miti che hanno inventato le civiltà antiche per spiegare la realtà.  Non solo, ma pensiamo all'Iliade, l'Odissea, la Divina Commedia... Tutti fantasy!

Io credo che inventare storie sia un atto creativo meraviglioso, dunque perché dare un limite alla fantasia?

Quindi la risposta alla seconda domanda è... ci ho pensato e ci ho provato, ma no grazie. Mi piace troppo fantasticare e usare la fantasia, penso che sia un modo per colorare il mondo che altrimenti rischia di apparire spento e grigio...

Come tu sei avvicinata alla scrittura?

In realtà, fin da bambina, ho sempre avuto una fantasia molto fervida ed inventavo storie pazzesche.Ovviamente le interpretavo, giocavo con i miei amici o anche con i miei pupazzi.

Quando sono andata a scuola, la maestra ci ha sempre stimolato ad inventare storie ed ho cominciato a mettere su carta tutto quello che mi passava per la testa...

Devo ammettere, però, che avevo seri problemi con l'italiano, facevo tantissimi errori di ortografia e quando si trattava di dover relazionare, faticavo a strutturare un testo...

Sono arrivata alle superiori che non riuscivo a prendere più di un 5 e ½ di tema...

Poi c'è stato un grosso cambiamento, forse sarò maturata, ma principalmente è stato merito della mia professoressa di italiano che mi ha insegnato ad usare le parole nel modo giusto, a creare un testo, a pennellare una descrizione... Insomma mi ha fatto amare la scrittura ed ho cominciato a scrivere racconti...

Per lo più la necessità di scrivere, nasceva dalla mancanza di qualcosa da leggere o dal desiderio di fissare l'emozione di un sogno o di un'idea che mi balzava in testa...

La Melodia Sibilante è stato il mio primo romanzo.

Come ti è venuta in mente la storia?

In quel periodo, mio figlio Giovanni si avvicinava al momento della scelta della scuola superiore ed ho cominciato a pensare a quel periodo particolare della mia vita da adolescente. Ho scoperto che era ancora ben impresso in me e da lì sono partita ad immaginare la mia scuola ideale e poi il mio mondo ideale... La musica, il pattini, gli animusi, le rose... Così Armonia ha preso vita...

Quanto c'è di te in Giulia? E a chi ti sei ispirata per i personaggi?

Beh, sicuramente Giulia ha molte delle mie caratteristiche soprattutto quelle di quando avevo quattordici anni. Anche se è molto più sicura di sé, un aspetto che io ho maturato molto più avanti...

Per quanto riguarda gli altri personaggi, ce ne sono alcuni che sono ispirati a persone che conosco, ma sono pochi, i più tanti sono nati in modo spontaneo per adempiere al ruolo che dovevano interpretare nella storia, anche se sicuramente hanno assunto caratteristiche di individui che ho incontrato nel mio vissuto.

Un caso a parte è Pietro, che invece è nato come ragazzo ideale, o forse come la mia parte maschile, ma lentamente ha preso una sua piega molto definita, è diventato come voleva lui!

Cosa succede dentro di te, quando ti estranei e vai ad Armonia?

Ecco questa è proprio una bella esperienza. Io ad Armonia ci sono stata, se chiudo gli occhi vedo ogni angolo della scuola, la cameretta di Giulia, il terrazzo, la spiaggetta sul lago, il campo di Tornado, proprio come un qualsiasi altro posto dove io sia stata realmente...

Quando scrivo ci vado e quando leggo ci torno, quindi confesso che ogni tanto rileggo il libro proprio per tornare ad Armonia, perché altrimenti mi manca!

Come sei cambiata dopo aver scritto il romanzo?

Sono cambiata, non esternamente e nemmeno radicalmente, sono sempre io, ma dentro è successo qualcosa.

Io sono una persona molto chiusa, non amo parlare di me stessa e a volte fatico ad esprime a parole quello che sento.

Prima era come se ci fosse un'energia dentro di me che si agitava e che mi creava inquietudine ed insoddisfazione, poi si è aperto un varco ed è uscito tutto...

È stato come liberare il corso di un fiume che adesso continua scorrere. Mi sento meglio, soprattutto molto soddisfatta e sento di aver regalato al mondo qualcosa di bello che era nascosto dentro di me.