Nascita di Ciccio 

(La Melodia Sibilante)

‹‹Giulia svegliati›› Pietro la scrollò dolcemente ‹‹l’uovo›› le disse eccitato.
Giulia abbassò lo sguardo. Vide che la spaccatura si era diramata in tante piccole altre venature e l’animusi all’interno faceva scrollare l’uovo di qua e di là.
Giulia si guardò intorno ‹‹Dov’è Filippo?›› chiese allarmata.
‹‹Mi ha detto che tornava subito›› Pietro alzò le spalle.
All’improvviso, uno scrollone più vigoroso, fece saltar via un bel pezzo di guscio e Giulia vide spuntare un piumino di colore azzurrino. Doveva essere un topogallo! Una zampetta era uscita fuori, ma sembrava che avesse qualche problema a tirar fuori il musetto. Un altro colpo e da un buco nuovo uscì il nasino e il resto della testa, ma rimase intrappolato, l’animusi squittì e si agitò, sembrava in difficoltà. Giulia voleva aiutarlo, ma aveva paura di ferirlo, il guscio dell’uovo era molto spesso e pareva tagliente…
‹‹Sta male… Che facciamo?›› anche Pietro era preoccupato.
Improvvisamente, a Giulia venne un’idea. Prese il suo flauto e intonò una canzoncina con note molto acute. Filippo aveva detto che davano forza, giusto?
La melodia di Giulia fece effetto. Il piccolo batuffolo azzurro cominciò a rosicchiare l’uovo con i suoi dentoni, tutto intorno al buco dov’era incastrata la testa, poi, con due vigorosi calcioni, finalmente l’uovo si aprì definitivamente.
Giulia sospirò di sollievo e appoggiò le mani per terra vicino all’uovo rotto. Il piccolo topogallo alzò il musetto verso di lei, era tenerissimo! La annusò un momento e salì fiducioso acciambellandosi comodamente. Giulia tremava per l’emozione, aveva l’impressione di tenere tra le mani la cosa più preziosa del mondo. Sembrava un criceto o forse una marmotta, aveva un musetto da topolino con le orecchie piccole, ma era di quello strano colore azzurro. Le ali non si vedevano quasi, erano ripiegate dietro la schiena, al posto della coda, aveva lunghe penne come gli uccelli. Sospirò e si accorse che lacrime di gioia le stavano offuscando la vista. Avvicinò lentamente il topogallo al suo viso e l’animusi strisciò il musetto sulla sua guancia. Giulia pensò che fosse il momento più bello della sua vita.
Nel frattempo, arrivò Filippo e Pietro gli raccontò a raffica tutto per filo e per segno. Il professore abbracciò i due ragazzi, poi grattò la testa dell’animusi.
‹‹È in ottima forma e con te starà benissimo›› sorrise benevolo ‹‹adesso, però ci vuole un bel nome…››
‹‹È un maschio?›› chiese Giulia.
‹‹Sì, le femmine sono rosa o gialle, i maschi azzurri o verdi›› spiegò Filippo.
‹‹Allora Ciccio›› Giulia ci aveva già pensato, era il nome del suo primo pupazzetto fatto a topolino che aveva avuto da bambina ‹‹è bellissimo.››
Pietro rise ‹‹Certo, Ciccio è proprio azzeccato,›› anche lui lo accarezzò sopra la testa e strinse Giulia per le spalle ‹‹con tutto quello che gli suonerai, diventerà tanto grasso che non riuscirà mai a volare.››