La Melodia Rivelatrice

L'arrivo degli aquilupo 


L’arrivo dei magnifici animusi era un evento emozionante. Si vedevano da lontano, volavano in branco, come uno stormo di uccelli, si muovevano maestosi avanzando velocemente, avevano l’eleganza delle aquile ed emanavano l’atavico fascino inquietante dei lupi.
...
Si avvicinarono ed il cielo si oscurò, quando furono sopra di loro, scesero dolcemente atterrando sulle potenti zampe, producendo un vento impetuoso con il forte sbatter d’ali.
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Furia ripiegò le grandi ali e ululò ancora, era un gigantesco lupo dal magnifico manto nero, i suoi occhi, come tutti gli animusi superiori, erano gialli.

 

Gli aquileoni 


«Eccoli» sussurrò Jeans. Fece accucciare le ragazze e si infilarono in una specie di buca che era per metà coperta da un grosso albero caduto, da lì si potevano vedere gli animusi. Erano un branco, c’erano diverse femmine, un piccolo ed un grande maschio.
Un solo maschio… rifletté Giulia, non potevano esserci più maschi nello stesso branco. Ricordò che quando Stefano le aveva spiegato come funzionavano le relazioni nel branco degli aquilupo, le aveva detto che erano essenzialmente come quelle dei lupi. Forse era per quello che litigavano tra loro, non si potevano tenere insieme più aquileoni maschi…
Visti da lontano, sembravano leoni veri e propri... Erano magnifici... Per lo più erano mezzo addormentati... «Sono soprattutto più attivi alla sera o al mattino presto.»
Poi una femmina si alzò in volo.
Jeans le fece abbassare la testa «Hanno una vista fenomenale» le spiegò dopo.
Improvvisamente notarono una certa agitazione tra il branco. La femmina che si era alzata in volo stava tornando e ruggiva sonoramente…

 
 

L'incendio


Quella volta il sogno di Pietro era bellissimo, erano in groppa all’aquileone era Musai e stava volando... Sorvolavano insieme la scuola africana. Dall’alto potevano vedere tutto il villaggio, la Grande Palma, il prato grande, si abbassarono sul fiume, seguendone il corso. Poi accanto a loro c’era Persi! E stava volando, era diventata un dragone… Che bella con le sue grandi ali verde scuro e il suo corpo sinuoso. Sentì la mente della sua amica, voleva che la seguissero. Musai si mise sulla sua scia, volarono veloci, davanti a loro videro l’aria che tremolava, era un portale. Passarono e si trovarono ad Armonia…
Il panorama che si presentò loro fu terribile, Armonia era avvolta dalle fiamme, stava bruciando! Fuoco dappertutto, le stalle, il prato grande, la Sala Comune, la serra, le rose! Le rose stavano bruciando!

La rosa Giulia


La trascinò fino alla serra, o a quello che era stato ricostruito. C’erano tanti allievi tutti seduti in cerchio, Camilla la fece sedere a terra, davanti a tutti di fronte ad un mucchietto di terra e cenere, poi si sedette a sua volta e cominciò a suonare un canto che Giulia non conosceva.
Dalla terra un piccolo filamento spuntò, era forte e robusto e si innalzò verso l’alto. Si biforcò, mentre cresceva, spuntavano spesse spine acuminate a proteggerlo e scure foglie seghettate ad adornarlo. Si suddivise ancora e poi dal suo ramo più alto, un bocciolo prese forma. S’ingrandì e sbocciò, fresco, rosa e profumato. Una rosa.
«La prima rosa di Armonia, nata dalle sue ceneri.» disse piano Camilla.
Giulia stava piangendo «È magnifica.»
Camilla la abbracciò «Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta, volevo che la vedessi. La ricorderemo per sempre, sarà incantata. Il signor Giorgio la renderà eterna, mi ha detto di darle un nome che simboleggi la rinascita della nostra scuola…» Camilla la guardò emozionata «La chiameremo Giulia.»